About me

Questo spazio nasce con l'intenzione di condividere due mie grandi passioni: leggere e scrivere.
Qui troverete le recensioni dei libri che il destino mette sul mio cammino, quelli che scelgo per istinto in libreria o che mi sono stati consigliati.
Che siano classici o novità non ha importanza, l'importante è mantenere vivo l'amore per la lettura.
In più ogni tanto troverete le mie annotazioni, il mio punto di vista su ciò che mi circonda, ciò che coglie il mio sguardo sul mondo, come fosse un piccolo diario.
Il mio nome è Anna e vi do il benvenuto nel mio grande mondo!

Anna Crisci è nata a Firenze nel 1967, dove vive tuttora.
Autrice di commedie teatrali, scrive recensioni e
consigli di lettura sul sito Firenze Formato Famiglia e gestisce questo blog che è anche pagina Facebook dove tratta,
tra l'altro, di libri e spettacoli teatrali. Con il gruppo
ConsapevolMente si occupa di organizzare eventi per promuovere la figura femminile e la difesa della donna.
Nel 2017 ha partecipato con due
racconti all'antologia tutta al femminile “Squilibri”, edita
dalla Porto Seguro e ha pubblicato il suo primo romanzo "La lista di Clelia" anch'esso edito da Porto Seguro.



martedì 11 agosto 2015

Cagliari esiste

C'è un modo semplice per raggiungere Cagliari da Firenze: prendere il Terravision e andare a Pisa. Noi no, quest'anno abbiamo voluto esagerare.
Non ci bastavano le vacanze improvvisate, organizzate oltre ogni limite ragionevole di costo e di tempo, no abbiamo optato per un Firenze - Roma - Cagliari, perché vuoi mettere la comodità di partire da Peretola?

Premetto che la colpa di tutta questa avventura è da imputare al maltempo, spezzo infatti una lancia a favore degli operatori di Alitalia che sono stati gentili e disponibili, almeno fino ad un certo punto.

Come dicevo partiamo alle ore 13 da Firenze per Cagliari con scalo Roma con un'ora di ritardo e saliti a bordo veniamo accolti da una hostess di tutto rispetto, adatta più per un cinepanettone in quanto ad avvenenza fisica che, da donna equilibrata sono in grado di riconoscere ed apprezzare senza avere un attacco di bile.

Il volo comincia un po' ballerino, ma poi come suo solito mi concilia il sonno anche se, a onor di cronaca, devo dire che dormirei persino su un mezzo blindato durante un bombardamento.
Dopo un'ora il capitano ci annuncia che è inutile continuare a sorvolare Fiumicino come degli imbecilli insicuri poiché l'aeroporto è chiuso per un forte temporale.

Ci propone quindi l'opzione Napoli che noi passeggeri accogliamo con un po' di sconcerto, è vero che il mare c'è pure li, ma noi ci immaginavamo già a sguazzo su una bella spiaggia sarda perché insomma, non me ne vogliano i napoletani, ma la Sardegna ha sempre il suo perché.

Passano la hostess e gli stuart a tranquillizzare gli animi, più attoniti che infiammati e a fornire spiegazioni. Tale Patrizio, romano de Roma ce spiega appunto, come se stesse spiegando le regole di una partita a tre sette, che il loro compito è portarci da A a B e che poi spetterà ar personale de tera smistarci alle nostre rispettive destinazioni.
Arrivati a Napoli, senza neanche averci visti in faccia, non c'hanno fatto neppure scenne (come direbbe lo stuart Patrizio) e in attesa del rifornimento siamo rimasti chiusi nell'aereo in attesa di tornare a Roma, dove saremmo stati messi sul primo aereo disponibile per Cagliari.


Dopo due ore trascorse all'interno dell'aereo a familiarizzare con il vicinato, pasteggiando ad acqua e biscottini, gentilmente offerti dalla nostra linea aerea di rappresentanza, e maledicendo l'idea poco furba di aver messo lo smalto nel bagaglio in stiva perché il tempo per una manicure ce stava, finalmente siamo stati espulsi da Napoli e alle ore 16:15 ci siamo alzati in volo alla volta di Roma, dove il maltempo sembrava essersi calmato.

Siamo atterrati a Roma alle 16:45, ora in cui saremmo già dovuti atterrare a Cagliari.
L'aereo delle 15 che da Roma avrebbe dovuto portarci a destinazione, sempre a causa del maltempo, sarebbe partito in ritardo alle 17:30. In teoria avremmo potuto salire su quello e finirla li. Sarebbe bastata un po' di coordinazione, di cui mi duole ammettere la nostra linea aerea di bandiera è deficitaria.
Noi passeggeri, ignari di questa opportunità siamo stati spediti come dei bambini ubbidienti al banco del Traffic dove, dopo una fila di due ore e mezzo, disordinata e confusa e dove ogni arma per passare avanti al prossimo era lecita, ci è stato assegnato un posto sul volo delle 21:50.

A questo punto ci rimaneva tutto il tempo per mangiare una pizza semifredda ad uno dei tanti snack bar dell'aeroporto e girellare pigramente nei vari negozi e così abbiamo fatto, mentre venivamo via via informati del ritardo che il nostro volo continuava ad aumentare.
Finalmente alla 22:20 siamo stati imbarcati, ma le cose non sono mai semplici.

Una volta sopra abbiamo atteso viaggiatori ritardatari o che scendevano da altri voli, che caricassero tutti i bagagli e poi con molta pazienza il permesso di decollare dalla torre di controllo.
Alle 23:30 il capitano ci annuncia che ci metteremo in fila sulla pista, ma che dovremo attendere che si alzino involo gli altri otto arerei in fila davanti a noi.
Ora, capirete che l'annuncio che in coda davanti a noi ci siano bene otto aerei non è stato dei più felici. Non so per voi, ma non trovo affatto rassicurante sapere che verrò sparata in aria insieme ad altri otto razzi, che non siamo poi tanto sicuri di che direzione prendano, con il rischio di ritrovarsi nel bel mezzo di una partita a freccette.

A questo aggiungete pure che nel frattempo è scoppiato un temporale, di quelli seri, con tuoni e fulmini e tu che sei li lo sai, hai la certezza matematica che durante il volo ballerai la rumba, il twist e il cha cha cha.
Così, mentre le luci della sera calavano su Fiumicino, ci levavamo in volo per la terza volta nella stessa giornata e dopo aver ballato tutto il repertorio latino americano finalmente l'annuncio che stavamo atterrando a Cagliari.
Tempo buono, 24 gradi e la domanda che echeggiava nelle teste di tutti i passeggeri: ma non è che per caso con tutto quello che è successo si sono persi i nostri bagagli?

Durante l'atterraggio e per tutto il volo ho volontariamente ignorato il mio vicino di origini islamiche, un po' troppo nervoso  tanto da baciare una volta di troppo il libro che teneva in mano dall'inizio del viaggio e scritto in geroglifici indecifrabili per una occidentale come me.
Probabilmente aveva solo molta paura, considerata la quantità di gocce che si è ingoiato prima del decollo, ma di questi tempi inutile negarlo un sospetto qualsiasi, che non sto a specificare, sarebbe venuto anche a voi.

Una volta toccata terra abbiamo ritirato il nostro bagaglio che non era affatto partito con noi in tarda serata, ma che era all'aeroporto ad attenderci dal pomeriggio perché lui, il volo delle 17,30 lo aveva preso.



Mentre vi scrivo sono beatamente spalmata sulla spiaggia di Tueredda e il viaggio di andata  sembra solo un timido ricordo, vago come i sogni che si fatica a ricordare al mattino, ma credetemi se vi dico che per un po' non voglio sentir parlare di aerei, per una settimana almeno, il tempo che starò qui.

Sappiate comunque che Cagliari esiste e che la storiella che tutte le strade portano a Roma non è una diceria.

Vi avevo avvisato o no che non era semplice?


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