Melania G. Mazzucco,
scrittrice italiana classe 1966, autrice teatrale e radiofonica, ci racconta
la storia di Eva, undici anni che sogna di fare la scrittrice.
Una bambina come
tante, che dopo un violento litigio con i compagni di scuola fugge e sale su un
treno per raggiungere Giose, suo padre, al quale è stato tolto l’affidamento
della figlia dopo la morte del suo compagno Christian, l’altro padre di Eva.
La figlia è stata affidata allo zio,
ma non perde la speranza di potersi riunire a suo padre, per questo fugge per
raggiungerlo.
Attraverso il viaggio che Giose è
costretto a fare dalla legge per riportarla a Milano dallo zio, i due avranno
modo di raccontarsi ed Eva scoprirà molte cose su se stessa, i suoi due padri e
anche la storia che l’ha fatta venire al mondo.
Il libro narra dell’amore di un padre
e una figlia in cui tutti possono riconoscersi.
Un amore che a causa della diversità
della loro situazione li pone entrambi di fronte al pregiudizio.
L’autrice ci spinge a riflettere su temi importanti quali l'omosessualità, la famiglia, ma anche sulla nota dolente della maternità
surrogata.
Lo stesso Christian, prima di
affrontare il viaggio che li renderà padri, riflette sulla questione
dell’egoismo, ponendosi delle domande che il lettore si sente in dovere di porre anche a se stesso, ma le parole di Giose lasciano la porta aperta all'idea di accettare l'altro e il destino che ognuno ha davanti a se:
“… alcuni hanno il privilegio di
essere amati, altri no. Alcuni sono educati alla libertà, altri sono schiavi
della guerra, della dittatura, del fanatismo religioso… Chi nasce nero non è
bianco, chi nasce malato non nasce sano, chi nasce povero, nasce svantaggiato…
I figli sono individui… ciò che ci rende diversi dagli altri può salvarci…”