Ci sono libri che vanno riletti a distanza di anni per capire quanto siamo cambiati e se è mutato il nostro approccio con essi, così durante la pausa estiva sono tornata ad un vecchio amore, Anna Karenina.
Ho scoperto che l'amore che mi lega a questo libro non solo si è rafforzato, ma è anche maturato con me. Se l'attenzione della prima lettura era concentrato sulla storia principale, fatta di fuoco e passione, questa seconda ha puntato i riflettori su tutte le sotto trame create dall'autore, apprezzandole non solo dal punto di vista puramente letterario, ma anche da quello dello stile e della tecnica usati.
E’ ormai
assodato che Tolstoj faccia parte dell’Olimpo degli scrittori e non vi è alcun dubbio che Anna
Karenina sia uno dei personaggi femminili più intensi della letteratura.
Eppure questo romanzo appartiene a quella categoria che spesso,
purtroppo, si sceglie di non leggere per paura sia troppo arduo e pesante,
vista la mole di pagine che l’autore si è preso la briga di scrivere (la mia edizione ne conta ben 1.024).
Timore, a
dire il vero, perfettamente comprensibile dato che molte di quelle pagine sono
dedicate ad argomenti quali l’agricoltura, la burocrazia e la guerra.
Argomenti
importanti per l’epoca e senza dubbio per Tolstoj, ma cosa vuole in fondo il
lettore, se non sapere cosa ne sarà dei protagonisti, che
decisioni prenderanno, a quale destino andranno in contro?
A questo proposito ricordo a tutti l'esistenza del diritto del lettore a saltare le pagine che Pennac ci ha generosamente donato. Sfruttatelo, ma non tralasciate la lettura di un libro solo per la quantità di pagine o per la pesantezza che secondo voi possiede uno scrittore "importante". Non precludetevi in alcun modo la scoperta di nuovo orizzonti.
Tolstoj ha
creato un’opera meravigliosa partendo da un’idea, se vogliamo molto banale,
quella di una moglie che tradisce l’austero marito per un affascinante
ufficiale dell’esercito e che le farà conoscere la vera passione. Tutto qui?
In realtà
Tolstoj prende l’idea da un fatto di cronaca e lo utilizza sapientemente,
usando simboli e metafore, per affrontare temi a lui cari quali la fede, il
matrimonio, la famiglia ma anche la gelosia, la fedeltà, il progresso, la
guerra. Fa tutto questo aprendoci le porte di un paese straordinario e affascinante, un mondo perso nel tempo e a noi sconosciuto.
Anna appartiene all’alta società di San Pietroburgo, un mondo ipocrita e bigotto che le volta le spalle appena tradisce il marito Karénin, allontanandola non perché colpevole di adulterio, ma perché incapace di viverlo privatamente rinunciando alle regole della convenienza.
I due amanti vanno a vivere insieme nonostante lo scandalo li travolga, ma "dove è curato solo il fuoco della passione tralasciando di curare l’amore, facilmente prende spazio la noia" e Vronskj è nuovamente attirato da quella stessa società che continua ad adularlo riservandogli, in quanto uomo, un trattamento completamente diverso da quello usato per additare Anna. La gelosia fa il resto e la fine è nota.
Una trama costellata di personaggi indimenticabili, ancora attuale per alcuni versi, che
ci permette di conoscere a fondo un’epoca, un impero in declino, un paesaggio
unico nel suo genere.
Tolstoj dimostra di conoscere molto bene l'animo umano, descritto con pungente ironia fingendo che sia quasi casuale, ma ancor più conosce l'animo femminile in tutte le sue sfaccettature.
Contrappone l'amore passionale di Anna e Vronskj all'amore puro e spirituale tra Kitty e Levin; il devoto amore materno di Dolly a quello egoista e selettivo di Anna; l'austerità di Karénin e l'idealismo di Levin alla superficialità di Stiva.
Ci dimostra che la vita di una donna è fatta di tante cose e non solo degli obblighi dettati dalla società in cui vive, che ogni donna racchiude in sé un'infinità di emozioni e il diritto a viverle.
Può una donna non avere gli stessi diritti di un uomo? È giusto privarla di un'educazione culturale per farne una semplice dama? Ha il diritto di ribellarsi a ciò che la società ha deciso sia bene per lei? Può nutrire emozioni contrastanti ai ruoli di moglie e madre a lei imposti? Ma sopratutto, ha il diritto la donna alla felicità che desidera?
Una storia
intensa con uno degli incipit più belli di tutti i tempi e capace di far
presagire fin dall’inizio ciò che avverrà, catturando così il lettore per
sempre:
“Tutte le
famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.