About me

Questo spazio nasce con l'intenzione di condividere due mie grandi passioni: leggere e scrivere.
Qui troverete le recensioni dei libri che il destino mette sul mio cammino, quelli che scelgo per istinto in libreria o che mi sono stati consigliati.
Che siano classici o novità non ha importanza, l'importante è mantenere vivo l'amore per la lettura.
In più ogni tanto troverete le mie annotazioni, il mio punto di vista su ciò che mi circonda, ciò che coglie il mio sguardo sul mondo, come fosse un piccolo diario.
Il mio nome è Anna e vi do il benvenuto nel mio grande mondo!

Anna Crisci è nata a Firenze nel 1967, dove vive tuttora.
Autrice di commedie teatrali, scrive recensioni e
consigli di lettura sul sito Firenze Formato Famiglia e gestisce questo blog che è anche pagina Facebook dove tratta,
tra l'altro, di libri e spettacoli teatrali. Con il gruppo
ConsapevolMente si occupa di organizzare eventi per promuovere la figura femminile e la difesa della donna.
Nel 2017 ha partecipato con due
racconti all'antologia tutta al femminile “Squilibri”, edita
dalla Porto Seguro e ha pubblicato il suo primo romanzo "La lista di Clelia" anch'esso edito da Porto Seguro.



mercoledì 16 novembre 2016

Due chiacchiere con Catherine Dunne

Ieri pomeriggio all'Enoteca Alessi in Via delle Oche, dieci donne riunite intorno ad un grande tavolo in legno e sedute su degli sgabelli, sorseggiando dell'ottimo prosecco, hanno incontrato la scrittrice irlandese più nota e seguita in assoluto: Catherine Dunne.
Gentile, ironica e disponibile, ha risposto alle nostre curiosità con la pacatezza e la semplicità che appartengono solo alle grandi donne.
Ha raccontato di come si svolge il suo lavoro creativo, del rapporto che instaura con i suoi libri e sul valore e l'importanza che la lettura ha avuto per lei.
Ognuna di noi ha posto le sue domande e lei ha dimostrato per esse curiosità e gratitudine.





 Naturalmente ho approfittato dell'occasione per porle anche io un paio di domande.
Riferendomi al suo ultimo libro "Un terribile amore", le ho chiesto se il fatto di aver scelto come origini per le sue protagoniste la zona dell'Estremadura in Spagna per il personaggio di Pilar e l'Irlanda per il personaggio di Calista e di aver fatto confluire l'intera storia in Estremadura, fosse stata una scelta che nascondesse un significato particolare.
Catherine ha spiegato che quando era studente ha avuto modo di conoscere la Spagna e che per scrivere il libro si è recata in Estremadura per delle indagini, cogliendo la somiglianza dal punto di vista sociale con l'Irlanda degli anni '70. Ha sottolineato poi quanto i luoghi possano essere utili nel processo creativo, proprio per le emozioni che trasmettono, così come i rapporti familiari che possono celare grandi fonti d'ispirazione.
Infine le ho chiesto quanto pensa ancora ci sia da fare per la situazione della donna, dal momento che nei suoi libri traspare il messaggio che le donne possono riuscire a trasformare le proprie debolezze in punti di forza.
La sua risposta è stata la seguente:
In un mondo dove viene eletto come Presidente degli Stati Uniti un uomo che ha così poca considerazione delle donne, c'è ancora tanto da fare.
In un sistema educativo dove le bambine vengono spinte a sembrare delle ventenni, in una realtà dove a una donna si chiede come ha potuto sopportare la violenza di un marito, ma non si chiede al marito perché è stato violento, dove solo alle donne è consigliato di non uscire con il buio, mentre la stessa raccomandazione non viene fatta agli uomini, c'è bisogno che le donne si riapproprino della coscienza di sé ed è fondamentale lavorare sulle nuove generazioni.
Si è concluso poi l'incontro con un piccolo aperitivo offerto dall'Enoteca, con foto di rito e i migliori auguri di Catherine per il nostro evento ConsapevolMente contro la violenza sulle donne che si svolgerà sabato 26 novembre e del quale si è dimostrata entusiasta.
Tornando verso casa, attraversando il centro di Firenze con un freddo che si era fatto più tagliente, non ho potuto fare a meno di pensare che ero stata seduta accanto a Catherine Dunne, avevo parlato con lei e che nemmeno la difficoltà della lingua era riuscita a farci sentire distanti.

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