Agota Kristof è nata nel 1935, in un villaggio sperduto dell'Ungheria.
Impara a leggere a quattro anni e a quattordici scrive le sue prime poesie.
Nel 1956, a causa dell'intervento nel suo paese dell'Armata Rossa, fugge con il marito e la figlia in Svizzera, dove vivrà fino alla morte.
Nel 1987 raggiunge il successo internazionale con "Il grande quaderno" che poi confluirà insieme a "La prova" e a "La terza menzogna" nella "Trilogia della città di K."
Diviso in tre parti e ambientato in un paese in guerra non ben precisato, i protagonisti assoluti sono i due gemelli Lucas e Claus che la madre per colpa della guerra è costretta ad affidare alla nonna, una donna fredda e crudele che li costringerà ad una infanzia molto dura.
I nomi dei due fratelli sono l'uno l'anagramma dell'altro e per tutto il libro risultano personaggi interscambiabili, tanto che fino alla fine non si è certi quale sia la verità.
L'autrice culla il lettore in questa "favola nera" con una scrittura limpida e, con l'uso delle metafore, permette di toccare con mano l'atmosfera cupa di un paese in guerra.
Agota Kristof lascià però anche un messaggio ed invita all'importanza della memoria
"... ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia..."

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